Iniziamo con il dire che non voglio fare di tutta un’erba un fascio, ma quasi :).
Ieri si sono concluse le Olimpiadi di Parigi 2024, direi quasi menomale visto l’andazzo.
Considerando le cose positive abbiamo vinto tantissimo, quindi sono super contenta, soprattutto per la pallavolo femminile e la ginnastica artistica e ritmica femminile. Sarà che sono gli sport che ho praticato da bambina ma ho avuto i lacrimoni nel vedere le loro medaglie e la loro felicità, quasi come fosse la mia.
IN OGNI CASO: FOCUS.
THE SHOW MUST GO ON.
QUINDI ECCO LA NEWSLETTER CHE MI TOGLIERÀ LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE NELLA MIA RIVISTA DEI SOGNI.
Il mio sogno di essere Miranda Priestly sta per essere interrotto fra
3
2
1
Nel numero di Agosto di Vogue Italia, oltre a una pochette molto carina, vi era un’articolo dove alcuni giornalisti di più redazioni di Vogue, del mondo, incontravano o scrivevano di alcune atlete che hanno partecipato ai giochi olimpici di Parigi 2024.
Tutto molto carino, se solo questi articoli fossero stati scritti in modo sensato.
In modo sensato intendo se ci fosse stato del significato dietro alle sedici pagine dedicate a questo articolo.
Le biografie di queste atlete posso andarmele a leggere da sola su wikipedia o in altri siti, il numero di medaglie vinte posso leggerlo da un’altra parte, le competizioni che hanno disputato me le leggo su un sito specifico.
Tutte queste informazioni non aggiungono nulla al mio sapere.
L’articolo si apre con l’articolo di Marco Grieco sulle due ginnaste della ritmica italiana, Milena Baldassarri e Sofia Raffaelli. Il testo ripercorre le loro carriere e i loro traguardi.
Bene. E poi? Nulla. Questo è l’articolo.
Oltre alla carenza di contenuto, pure Milena e Sofia.
RIPETIAMOLO INSIEME: Anche le donne hanno un cognome e come tale va scritto, non sono tua sorella, la mia amica, la tua mamma o la tua vicina di casa.
Anche se in realtà se scrivi un’articolo da pubblicare, il nome e cognome va messo a prescindere per rispetto verso quella persona.
Poi non so se sono io la strana, ma non credo.
L’articolo continua elencando la bio e le competizioni vinte di molte altre donne che praticano diversi sporti come il pugilato, la scherma o il surf.
E siccome EFFE3 è un mondo che parla anche di calcio, e nell’articolo di Vogue vi è anche la nazionale femminile di calcio spagnola, e va detto qualcosa anche per loro.
Forse uno dei pochi articoli dove aveva senso mettere le medaglie e le glorie di queste giocatrici, dato il dominio maschilista su uno sport come il calcio, ovviamente di cosa parla il breve articolo? DELLE LORO IDOLI.
Mi sembra ovvio.
Potrei andare seriamente avanti analizzando ogni paragrafo di questo articolo di Vogue, ma il mio fegato è logorato abbastanza.
Vorrei davvero spiegare e far capire alla redazione di Vogue che seriamente c’è qualcosa che non va. Io non acquistavo Vogue da mesi, perchè ormai è noioso e pieno di pubblicità di brand irraggiungibili che molto spesso l’attuale target di Vogue nemmeno può acquistare.
Vorrei davvero che Vogue tornasse quello di una volta, vorrei davvero spiegargli che quell’articolo non ha minimamente senso e con l’impatto mediatico che una rivista del genere ha, si poteva fare tantissimo di più.
Vorrei davvero.
Ma sfortunatamente non esiste una mail a cui scrivere direttamente alla loro redazione o a Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, quindi per ora mi devo limitare a farlo su EFFE3, sperando questa newsletter arrivi a chi di dovere.
Se qualche lettore mi aiuta in questa impresa gliene sarei molto grata!
Bacini, Alisia <3
EFFE3 è una newsletter dove moda, calcio e femminismo si uniscono.
Che tu non faccia parte di uno di questi tre mondi non significa che non ti riguarda.
EFFE3 sono io, ma anche tu.